Sta male – mi dissero – muore.
Corsi da te,
eri sul letto distesa,
ti osservavo non sorridevi,
ti parlavo non rispondevi.
Avrei voluto scrollarti,
distruggere ciò che risplendeva attorno al letto della tua pace.
Ora guardo noi due insieme,
penso ai nostri discorsi:
gli argomenti che affrontavamo,
le parole che dicevamo.
Ricordo tutto di te.
Il tuo profumo,
il tuo sorriso,
le premure e l’affetto che avevi per me.
Eri affabile,
conquistavi tutti con la tua dolcezza,
la tua canizie era il vessillo della tua saggezza.
D’aspetto non eri imponente,
ma tranquilla, dimessa,
molto paziente.
Solo il ricordo di te può raggiungermi ora là,
dove sovente ci incontravamo.
E come il mio cuore conserverà l’emozione dei tuoi abbracci e
i miei occhi la grazia delle tue membra,
così lo specchio della mia solitudine rifletterà sempre il tuo volto.